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Danubio di Carlo Vivarelli - Dicembre 2011

Indice

Wiener Lieder – Canti Viennesi                        Pag. 3
Adriatico                                                          Pag. 56
Anticamente                                                    Pag. 93
Oltre                                                                 Pag. 114


Wiener Lieder – Canti Viennesi
Ritorno, Pag. 4 – Tuo figlio, Pag.5
Dentro te, Pag. 6 – Occhi, Pag. 7 – E’ nato un amore, Pag. 8
A te, Pag. 9 – La ragazza dell’Opera, Pag. 11 – La natura del gioco, Pag. 13
Rosso e bianco, Pag. 14 – Terrore, Pag. 15 – Suono, Pag. 21
Tutto, Pag. 23 – Sola, Pag. 25 – Danubio, Pag. 26  
La ragazza al Wustelstand, Pag. 27 – La nuova primavera, Pag. 30
Adriatico, Pag. 31 – Italia, pag. 32 – Aspern, Pag. 32  
Dentro me, Pag. 36 – Heinzsbild, Pag. 37 – Questo tempo, Pag. 38
Schwarzenberg Cafè, Pag. 39 – Sono le mie parole, Pag. 40
Lacrima di cenere, Pag. 41 – Casa, Pag. 43 – Vienna, Pag. 44
Tu lo hai detto, Pag. 45 – Io e te, Pag. 46 – La chiave di violino, Pag. 47
Alla fine del cuore, Pag. 48 – Dentro, Pag. 49 – Angeli, Pag. 50
Odio, Pag. 51 – Deserto, Pag. 52 – Con me, Pag. 53
Continenti, Pag. 54 – Stephansdom, Pag. 55
 
Adriatico
I’m not a dreamer, Pag. 57 – Dopo l’amore, Pag. 57 – Rose, Pag. 59
Quando ci sei, Pag. 60 – Voce senza sguardo, Pag. 61
Solo tu, Pag. 61 – Il tuo colore, Pag. 63 – L’acqua, il fuoco, Pag. 63
Io, Pag. 64 – Emme, Pag. 65 – Guerra, Pag. 66 – Tua figlia, Pag. 68
Autunno, Pag. 69 – Mare, Pag. 70 – Pineta, Pag. 71 – Nome, Pag. 72
L’ombrellone, Pag. 73 – Parla, Pag. 74 – Amori impossibili, Pag. 75
Dovevo, Pag. 77 – M’hanno detto, Pag. 78 – Rinascita, Pag. 79
Amico, Pag. 81 – Te ne vai, Pag. 82
Blu, Pag. 83 – I believe in you, Pag. 83 – Il Quinto Canto dell’Opera di Dante Alighieri, Pag. 84 – Morte in vita, Pag. 88 – Notte, Pag. 88
Caravaggio, Pag. 89 – Non c’è tempo, Pag. 90
 
 
Anticamente Scaffali blu, Pag. 94 – Questa terra, Pag. 94 – Amore e Psiche, Pag.96
Il lavoro del poeta, Pag. 97 – Ciao babbo, Pag. 106 – Lassù, Pag. 111
 
 
Oltre L’Aedo, Pag. 115 – Your song, Pag. 116 – Maremma, Pag. 117
A lato del tempo, Pag. 117 - Ortona, Pag.119
Di nuovo nel giardino delle Rose, Pag. 120
 
 
 




Wiener Lieder
Canti Viennesi

Ritorno

Adesso.
Proprio adesso,
nevica.
…adesso,
proprio adesso, gli angeli
calano in mezzo a noi…
I corpi si cercano,
e portano,
fiori e risate,
acqua e desideri,
profumi di grano,
e vino,
brezza di porto e
pane.
Portano,
la notizia di un bambino.
Placano,
il mio infinito dolore.
La vallata scende,
verso il mare.
Posso tornare,
nella mia terra.
Il mio esilio
è finito.
Ho aspettato
mille anni,
di sentire
quel suono.
E' nato, è nato.
Guardo le mie mani:
non tremano più.

Primavera 2006


Tuo figlio.

Amo la mia città,
e resto tra le sue braccia,
di capelli biondi
e neve.
Sono qui,
innamorato
di lei, dal primo momento che l’ho vista,
quel giorno,
sotto al gelo.
Non sono tornato,
sono arrivato,
perché sento i passi,
dentro al cuore,
di quel bambino.
Che ho visto,
una sola volta,
un solo attimo,
nella foto che mi hai mandato.
Una foto.
Non più di un momento,
sullo schermo di un computer.
Sento il suono delle sue mani,
la sua voce.
Anch’io l’ho amato.
E lui non lo sa.
Tu non mi hai mai detto che era nato,
ma io lo sapevo lo stesso,
che c’era.
Figlio anche di un uomo,
che padre che non è.
L’ho amato quando non c’era ancora.
Tu lo sai.
Diglielo,
un giorno.
Raccontagli
di me.
Sono qui per i miei segreti,
per le cose rinate,
per quello che ancora non so
in quella strada del quartiere che non conosco.
Miracoli senza dei.
Meraviglia,
è vivere in questa città,
e ritrovare l’intero universo lasciato in queste vie,
e quel qualcosa di più,
che vedo oggi.
Sono qui,
per vedere quel bambino,
finalmente,
tutto intero.

Gennaio 2009


Dentro te

Non c’è limite,
alla felicità.
Non c’è
impossibilità,
paura,
angoscia,
dentro te.
Mi vuoi, e
la durezza
è un sorriso.
Siamo insieme,
io e te.
E’ la verità,
e sembra possibile conoscere tutto,
quasi tutto,
di questo tempo
che è la parola insieme.
Essere così vicini, da creare
il nuovo.

…rapporto non è la somma di uno più uno o di molti…

Mistero, in movimento.
Svieni, nell’amore,
e mi lasci solo.
O non sei mai stata così vicina,
perduta nel tuo inconscio,
che ti fa sorridere senza coscienza,
tra le mie braccia.
Insieme,
nel tuo infinito,
nel mio infinito.
Di fronte al mare,
sulle dune che aspettano
che il tramonto,
che ancora ha tempo,
inizi a colorarci.
Dove sei,
adesso.
Ti regalo questa brezza,
questo colore di sabbia,
la mia terra tutta intera.
E il sale.
E l’azzurro che si piega lontano.
Maremma, la tua mano di ginestra e rughe,
regge i nostri corpi inerti,
baciati dalle zanzare,
dai granelli di sabbia,
dal fruscio allegro del sussurro del mare,
che apre la sera.
Devo svegliare
il mio amore,
che si addormenta
nell’amore.
Oppure, lasciarla dormire.
Cielo nel cielo.
Azzurro nell’azzurro.
Sguardo nello sguardo.
Quali parole troverò,
all’alba del tuo risveglio.
Io sono,
dentro te.


Occhi

I tuoi occhi.
Improvvisi,
di fronte a me.
Ti guardo,
e scendo
le scale tra la gente.
Mi fermo,  
e mi volto
a cercarti.
Anche tu sei ferma.
Mi guardi,
mentre le scale mobili
svelano il tuo viso alla luce.
I miei passi rinascono,
e provo a tenere,
dentro,
il tuo sguardo tra la folla,
il tuo viso.
Mentre altri occhi, odori, movimenti,
corrono, vivi, dappertutto.
Sguardi, gambe, capelli neri
come i tuoi occhi neri e profondi,
corrompono già il tuo ricordo,
giovane e vivo.
I miei passi mi portano via.
La mia città è una mano.
Che tiene,
senza sforzo,
il movimento di milioni di persone.
La mia città è una mano buona,
piccola e profumata,
con le rughe del tempo e il tuo sorriso.
Il tuo ricordo graffia lieve
la mia anima.
Esce un sangue colorato e luminoso
della parte più bella di me,
dei miei ricordi,
di ciò che sono.
Il tuo volto sale alla luce,
con la scala mobile.
Cosa volevano dire i tuoi occhi.
Cosa volevo dirti io,
in quale lingua,
con quale sorriso,
con quale imbarazzo.
Che nome hanno,
i tuoi occhi?


E’ nato un amore

E’ nato,
quell’amore.
L’ho visto per la strada.
E’ nato,
negli occhi di quei due ragazzi,
che fino a un momento fa non sapevano
chi fosse l’altro,
e che adesso lo sanno meno di prima.
E’ venuto al mondo,
illuminato dalle luci, forti,
della vetrina del negozio della via vestita ancora leggera,
imbrunita dalla prima sera,
bella e quieta,
dell’autunno.
L’ho visto,
l’ho visto,
che sorrideva alle loro mani intrecciate all’improvviso,
che era stupore di fronte ai capelli neri di lei, lunghi e perfetti,
che alzava lo sguardo sul suo busto solido e leggero,
che aveva già perso la possibilità della coscienza sulla riva del sorriso
e degli occhi che guardano qualcosa,
al di là del vetro del negozio.
L’ho visto,
credimi,
ascoltare felice le loro voci che non sono più le stesse,
che disegnano idee, progetti, i passi innanzi,
come se fossero, e lo sono,
il motore della creazione.
L’ho visto,
l’ho visto,
era li.
E’ nato,
senza materia,
ma più vero di tutte le cose.
Non ha carta d’identità,
ma è libero di esistere,
nella via,
sospesa,
nell’autunno.

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